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Questa è la traduzione di una serie di articoli pubblicati solo nella Torre di Guardia di lingua inglese.

CORANO

w52 1/1 209-12 IL CORANO, UN MIRACOLO LETTERARIO?

La Watch Tower in questo testo dà inizio ad una serie di articoli

sul Corano con i seguenti titoli: "Il Corano, un miracolo lettera-

rio?" "Il Corano conferma Scritture precedenti?" "Il Corano armo-

nizza con se stesso?" e "Il Corano è da Dio o dall'uomo?" Nei sud-

detti articoli saranno fatti confronti con la Bibbia. Trattando il

punto di vista musulmano, questi articoli daranno prova di vero

valore ad altri confrontando la Bibbia con quello che è stato de-

finito il suo più vicino rivale: il Corano.

Supponendo che tu debba partire per un lungo viaggio e ad un in-

crocio ti capiti di incontrare casualmente un amico che vada verso

la tua stessa destinazione, e che subito dopo essersi informato sul

tuo percorso, tenti di convincerti che stai andando nella

direzione sbagliata. Ti irriteresti con lui perché ha detto che

tu e tutti quelli come te state sbagliando, lo colpiresti e poi

continueresti il tuo percorso? Naturalmente no! Piuttosto, ciascu-

no di voi presenterebbe con mitezza le sue ragioni per fare poi

un confronto delle proprie fonti d'informazione. Dopo tutto, tut-

ti e due volete arrivare a destinazione per la giusta via, non è

vero? Questa premessa bene illustra sotto quale luce dovremmo

considerare questa serie di articoli che trattano il Corano a

confronto con la Bibbia. Musulmani e cristiani similmente stanno

percorrendo il sentiero della vita, ed ambedue le organizzazioni

sono convinte di andare nella direzione che porta alla vita eterna

in paradiso. Tuttavia stanno andando in direzioni opposte perché

stanno consultando differenti fonti d'informazione: l'una segue

la guida del Corano, mentre l'altra segue la guida della Bibbia.

Quale delle due ha ragione? Prima di addentrarci oltre nell'argo-

mento, va detto che non si deve giudicare la Bibbia dai frutti

delle chiese appartenenti al cristianesimo apostata che non agiscono

in conformità alla Bibbia. Infatti, la cristianità non ha

assolutamente alcun diritto di definirsi cristiana, poiché le

sue dottrine, le sue crociate, le sue guerre, i suoi politici,

il suo sfruttamento commerciale, la sua discriminazione razziale

ed oppressione esercitata sui popoli sono distanti dall'insegnamento

e dall'esempio lasciato da Cristo quanto il levante dista dal

ponente. Perciò i musulmani non dovrebbero rigettare il

vero cristianesimo ed ignorare la Bibbia solo a motivo delle

pagine della storia scritte dalle infamie del cristianesimo apostata.

Il Corano, come ogni musulmano ben sa, fu dato da Maometto, un

arabo che nacque nell'ultima parte del sesto secolo alla Mecca e

morì a Medina l'8 giugno 632 E.V. Quando aveva circa 40 anni, si

convinse di aver ricevuto dall'angelo Gabriele un messaggio e

l'incarico di annunciare che 'non c'è nessun altro dio all'infuori

di Allah (che significa Dio) e che Maometto è il suo profeta.'

Nei restanti ventitre anni della sua vita, egli professò di aver

ricevuto molti altri messaggi o rivelazioni divine che dettò a

dei copisti essendo stato, come si presume, illetterato. Poco tem-

po dopo la sua morte, questi scritti furono compilati da pietre

bianche, pelli di animali, nervature di foglie di palma e da me-

morie di uomini, e divennero noti come il Santo Corano.

Con il moltiplicarsi delle sue copie, sorsero anche differenti

interpretazioni, dando luogo a serie dispute nell'arco di circa

venti anni, dopo di che fu redatta un'altra copia ufficiale e

tutte le altre copie precedenti furono date alle fiamme.

Per quasi dodici secoli il Corano subì dei cambiamenti solo minimi

del testo. Il Corano (arabico per "la recitazione" o "la lettura")

non è affatto grande quanto il "Nuovo Testamento" e perciò è circa

un quarto della Bibbia. Contiene 114 capitoli, rivelazioni o sure,

ciascuna della quali varia in lunghezza, da 3 a 286 versetti, cia-

scuno dei quali varia da uno a venti e più righe. Con poche ecce-

zioni, nel Corano Allah parla in prima persona. Conformemente

alla sua stessa testimonianza la "Madre del libro" esiste alla

presenza di Dio ed è stata rivelata a Maometto "gradualmente, in

stadi ben ordinati e lenti" dal "Santo Spirito (l'angelo Gabriele

che) recò la rivelazione dal tuo Signore in Verità, per rafforzare

quelli che credono, e come Guida e Buona Notizia ai Musulmani"

(Musulmano significa colui che si è sottomesso a Dio). La sua ori-

gine divina è messa in risalto in tutto il Corano. Vedi Sure 2:89,

97; 6:19; 16:102; 17:105, 106; 25:32; 43:2-4.Alì.

IL PROBLEMA DELL'AUTENTICITA'

Quale prova offrì Maometto che queste sure fossero ispirate dal

vero Dio? Duemila anni prima, quando Dio incaricò Mosè di recare

al popolo d'Israele il Suo messaggio, Mosè previde immediatamente

che avrebbe incontrato dell'incredulità e chiese: "Ma supponendo

che non mi credano e non mi ascoltino, perchè dicano: 'Geova non

ti è apparso'", Geova lo prevenne, dandogli il potere di compiere

tre segni miracolosi, affinché vedendoli, il popolo avesse la

prova dell'autenticità del messaggio e gli credesse. Esodo 4:1-31.

Per i restanti 40 anni gli Israeliti furono testimoni di molti al-

tri miracoli, specialmente della divina potenza manifestata al

monte Sinai, dove Geova dettò la Legge: lampi, tuoni, un altissimo

suono di corno, terremoto, che costituivano un'ulteriore prova che

Mosè non era un impostore, ma un vero profeta mandato da Dio.

Esodo capitoli da 7 a 15; bEx U 19:16-18; Deut. 8:14-16.

Quando Gesù Cristo si manifestò, il medesimo problema dell'auten-

ticità si ripresentò, ma fu risolto in modo inequivocabile, come

risulta dalle parole dirette a Giovanni Battista: "I ciechi

vedono di nuovo, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e

i sordi odono, e i morti sono destati." Matteo 11:5. E così ai ca-

pi religiosi del suo giorno Gesù potè dire: "Se non faccio le ope-

re del Padre mio, non credetemi. Ma se le faccio, anche se non

credete a me, credete alle opere." Giovanni 10:37, 38.

Perfino ai capi religiosi schernitori, ipocriti e maliziosi fu da-

to un segno, quello di Giona, cioè la resurrezione di Cristo al

terzo giorno. E i suoi seguaci compirono segni ancor più grandi,

vale a dire in un'area molto più vasta e in un tempo molto più

lungo. Matteo 16:1-4; 28:12-15; Giovanni 14:12; Atti 1:3-11; 19:

11, 12; 1 Cor. 14:22; 15:1-20.

Sia Mosè che Cristo Gesù furono usati da Dio per introdurre nuovi

sistemi di cose e ciascuno di loro si dimostrò vero profeta com-

piendo dei miracoli. Ma dove sono i segni che abbiano dimostrato

che Maometto sia stato mandato da Dio come profeta e che Dio abbia

introdotto un nuovo sistema di cose in Arabia nella prima parte

del settimo secolo E.V.? Maometto potè affermare, come lo affermò

Gesù: "Se non credete al mio messaggio, credete alle mie opere,

ai miei segni e miracoli"? No, non potè, poiché non ne aveva nes-

suno che dimostrasse l'autenticità del suo messaggio.

I fatti nel corso del tempo danno ragione a chi accusa Maometto

di impostura e falsificazione. Vedi Sura 2:118, 10:38; 11:13;

17:89-93; 21:5, 6.Alì. A motivo dei molti segni compiuti dai profeti

precedenti, i loro uditori non erano giustificati nel chiedere

loro: "Perché il suo Signore non gli ha mandato un segno?"(Sura

6:37; 13:7, Alì) Ma la risposta data loro era: 'Certamente i segni

sono opera di Dio; ma che cosa vi fa capire che nonostante i segni

non avrebbero creduto?' "Ci asteniamo dal mandarvi i segni solo

perché gli uomini delle generazioni precedenti li ritenevano fal-

si". Sura 6:109; 17:59, Alì.

Nuovamente ai suoi uditori fu detto che Maometto fu soltanto un

portavoce, ma questo ha indotto a porre il problema; essi vole-

vano provare che Maometto era realmente un portavoce di Dio che

avesse compiuto segni. E' vero che in tempi precedenti alcuni

avevano messo in dubbio l'autenticità di veri profeti a dispetto

dei segni compiuti, ma questo non aveva trattenuto Dio dal mandare

segni mediante i suoi profeti, come avvenne anche mediante il

Figlio suo Gesù. Sura 3:180, 181; 5:36; 9:71, Rodwell.

 

'IL MIRACOLO DEL CORANO'

In singolare contrasto con i profeti precedenti che "si manifesta-

rono [al loro popolo] con chiare prove della loro missione", il

solo segno che mostra il Corano (in pieno accordo con la tradizio-

ne musulmana) è quello del merito letterario del messaggio in se

stesso. "Essi dicono: 'Egli lo falsificò'? Dici: 'Porta allora una

Sura simile ad esso'" E di nuovo. "Dici: 'Se tutto il genere umano

e tutti gli spiriti si radunassero insieme per comporre qualcosa

simile al Corano, non lo potrebbero fare.' "(Sure 2:23, 24;

10:37, 38; 17:88.Alì) I commentatori musulmani dicono: "La sua stessa

bellezza è una sfida al confronto" "Nessuno all'infuori di Dio po-

trebbe ispirare verità spirituali in un linguaggio così nobile."

Nel Corano ci sono molti bei passaggi, specialmente quelli sugli

attributi di Dio contenuti nelle sure più brevi e più vecchie.

Senza dubbio il suo messaggio esaltato in prosa rimata esercitò

sugli arabi la più grande attrazione in un tempo in cui tutto ciò

che potesse essere definito un libro nella loro lingua forse non

era ancora esistito. Tuttavia non si può negare che le sue varie

parti sono di valore ineguagliabile. La grande letteratura non è

ripetitiva, ma nel Corano le storie di Adamo, Mosè, Gesù Cristo

ed altri sono ripetute, e sempre con lo stesso scopo. Nella Sura

55 l'espressione (versetto) "Allora quale dei favori del tuo

Dio negherai?" è ripetuta almeno 31 volte su un totale di 78 ver-

setti,(Alì). Tre sure su quattro menzionano il fuoco dell'inferno

e la punizione dopo la morte, e due sure su tre argomentano sulla

sua autenticità. Ancora più serio è il problema della scarsa coe-

renza fra le sure, poiché sono disposte secondo la lunghezza, vale

a dire che le più lunghe sono le prime anche se scritte per ultime

e non reggono il confronto con le prime. Spesso sembrano un agglo-

merato di versetti che rendono estremamente difficile capire

correttamente il Corano, come afferma un'autorità della materia,

A. Q. H.Muhammad: "Chiunque voglia esprimere la sua opinione sul Corano

deve essere in grado di scoprire quali versetti della Mecca sono

mischiati con sure di Medina, e quali versetti di Medina sono con-

fusi con sure della Mecca."

La grande letteratura è "mischiata" o "confusa"? La coerenza è

spesso mancante fra i titoli e le relative sure, come nel caso

della Sura 29 intitolata "Il ragno", nella metà del cui testo

l'insetto è menzionato solo incidentalmente. Lo stesso si può

dire della Sura 16 "L'ape" e della Sura 27 "La formica". La Sura

più lunga, la n° 2, "La giovenca" o "La vacca", su un totale di

286 versi, ne contiene soltanto una mezza dozzina che fanno

riferimento all'animale. The Encyclopedia Britannica, volume 16,

edizione 1907, dedica due pagine alla trattazione della debo-

lezza letteraria del Corano, come la violazione di regole di

ortografia e l'interruzione di pensieri per creare la rima,

la composizione di rime su soggetti indelicati come il ciclo me-

struale femminile, l'omissione di congiunzioni indispensabili,

verbosità superflua ecc.

Confronta il testo arabo delle Sure 95:2 e 37:130 con 23:20;

6:85 e 37:1, 3.Alì. Nel Corano non mancano nemmeno errori gram-

maticali. Per lo storico Carlyle, il quale aveva la più grande

ammirazione per il suo eroe-profeta Maometto, ragion per cui non

poteva esser accusato di pregiudizio, è inconcepibile considerare

il Corano un miracolo letterario. Fra l'altro disse: "E' la lettu-

ra più faticosa che mi sia capitata. Un guazzabuglio tedioso, con-

fuso, rozzo, scondito..." E Gibbon, l'autore dell'opera monumenta-

le 'Il declino e la caduta dell'impero romano', che incidentalmen-

te era un critico molto severo del cosiddetto cristianesimo, com-

mentando il Corano, benché ammetta di avervi trovato qualcosa di

bello, tuttavia afferma di essere stato tediato dalla sua "inter-

minabile e incoerente rapsodia di favole, precetti e declamazioni"

aggiungendo che "i divini attributi esaltino la fantasia del mis-

sionario arabo, ma il suo più tardo stile deve inchinarsi alla

sublime semplicità del libro di Giobbe, composto in un'epoca re-

mota e nella stessa nazione". A ciò si aggiunga il sermone del

monte, il libro di Isaia, il capitolo 13 di I Corinti, ed alcuni

numeri di Salmi e parabole di Gesù.

Ma il nostro amico musulmano obietta, che si perde di vista il

fatto che Maometto era illetterato, e che nessuna persona illette-

rata avrebbe potuto comporre un'opera come questa.E' vero, Maomet-

to poteva non essere stato capace di leggere e scrivere, ma rimane

il fatto che fu un uomo d'affari molto abile, che riuscì a conqui-

starsi la mano del suo datore di lavoro, una vedova colta e bene-

stante. Fu l'analfabetismo di lui la causa della debolezza lette-

raria del Corano. Non si può dare la colpa alla traduzione.

Veramente, la grande letteratura, come è il caso della Bibbia,

non perde la sua grandezza originale pur essendo tradotta in altre

lingue. Per di più, i difetti riscontrati nel Corano, come ri-

petitività, mancanza di coerenza, rima difettosa ecc., riguardano

tutti il testo originale arabo. Resta ancora la testimonianza del-

la storia dell'Islam sull'argomento. Nella compilazione del Corano

sotto la direttiva di Zaid Ibn Thabit, un contemporaneo di Maomet-

to, il problema dell'autenticità delle varie sure e dei vari versi

fu risolto sulla base di un merito letterario? Niente affatto, ma

sui giuramenti di coloro che presentavano le sure. Nemmeno l'opi-

nione fu sempre unanime. Alcuni dei "compagni" di Maometto che gli

sopravvissero, espressero i più seri dubbi sul fatto che le Sure

1, 113 e 114 appartenessero al Corano, e certamente non per causa

di meriti letterari.

Le argomentazioni presentate demoliscono la pretesa ispirazione

divina di miracolo letterario attribuita al Corano. [Note in calce]

A Yusuf Alì Version, 1946. La suddivisione dei versetti varia a

seconda della versione.

 

w52 4/15 233-6 IL CORANO CONFERMA SCRITTURE PRECEDENTI?

Il Corano è il libro sacro dell'Islam ed è ritenuto ispirato da

250/300 milioni di musulmani in tutto il mondo. Fa molti riferi-

menti a persone e avvenimenti menzionati nella Bibbia, come Adamo,

Noè, Mosè, Gesù e al Diluvio. Compilato nella metà del settimo se-

colo E.V. dai confratelli di Maometto che sopravvissero alla sua

morte, questo libro ha la pretesa di corroborare la rivelazione

divina data in tempi precedenti. "E noi [Gesù] demmo l'Evangelo

con la sua guida e luce, a conferma della Legge precedente, guida

e avvertimento per quelli che temono Dio ... E a te abbiamo man-

dato il libro [Corano] con verità, a conferma di Scritture prece-

denti, e loro salvaguardia." Sura 5:50-52, Rodwell.

E' fuori discussione: Dio è un Dio, non di disordine, ma di ragio-

ne e ordine. Tutte le rivelazioni date da Dio agli uomini devono

essere coerenti fra loro se dobbiamo provare che Dio sia trovato

verace, mentre ogni uomo sia trovato bugiardo. (1 Cor. 14:33; Isa.

1:18; Rom.3:4). La stessa coerenza l'abbiamo riscontrata fra le

Scritture Ebraiche e quelle Greche Cristiane. I 39 libri delle

Scritture Ebraiche sono tutti coerenti fra loro, sebbene siano

stati scritti da più di trenta differenti uomini in un arco di

molti secoli. E i 27 libri delle Scritture Greche Cristiane sono

tutti coerenti fra loro e con le Scritture Ebraiche. A motivo di

questa armonia e affidabilità Gesù Cristo potè dire ai capi religiosi

del suo giorno: "Voi scrutate le Scritture, perché pensate che

mediante loro possiate ottenere vita eterna, e proprio queste mi

rendono testimonianza." (Giov. 5:39,NW) Lo stesso dicasi dei

Bereani, lodati perché esaminavano accuratamente le Scritture per

vedere se confermassero quello che Paolo aveva predicato loro

e acquistare fiducia in esse. Con buona ragione Paolo consigliò a

Timoteo di essere diligente nello studio delle Scritture. Atti 1

7:11, 2 Tim. 2:15; 3:15-17. Così, grazie alla coerenza ed armonia

che c'è fra loro, sia le Scritture Ebraiche che quelle Greche

Cristiane danno evidenza della loro autenticità.

A motivo della pretesa ispirazione divina, dovremmo pertanto

aspettarci che il Corano sia in armonia e coerente con una rive-

lazione precedente. Ma abbiamo motivo di farlo? Stiamo a vedere.

Al nome di Geova, peculiare dell'Iddio della Bibbia, è assegnato

un posto di primaria importanza in tutte le Scritture Ebraiche.

(Vedi Esodo 6:3; 2 Samuele 7:23; Salmo 83:18, ecc.) Gesù Cristo

e i suoi seguaci attribuirono importanza a questo nome. (Giov.

17:4,6, 18:37; Atti 15:14) E sebbene il nome sia assente dalla

maggior parte delle versioni greche cristiane, antichi manoscritti

della Settanta Greca indicano che i primi cristiani usarono il

nome di Geova.

Ma che dire del Corano? Il nome divino qui è completamente assen-

te, mentre nelle Scritture Ebraiche compare 6.823 volte. E' evi-

dente che il Corano non conferma precedenti Scritture per quanto

riguarda il nome divino. Il suo Allah è privo di nome.

Inoltre, le Scritture Ebraiche insegnano che la punizione per il

peccato è la morte. "Poiché polvere sei, e polvere tornerai".

"Poiché i viventi sono consci che morranno, ma i morti non sono

più consci di niente" "L'anima che pecca, essa stessa morirà"

(Gen. 3:19; Eccl. 9:5, 10; Ezech. 18:4)

Le Scritture Greche Cristiane lo confermano con Romani 6:23,NW,

"Il salario del peccato è la morte". I brani di Luca 16:19-31

e Rivelazione 20:14 in base ad altri riferimenti scritturali

sono da ritenersi illustrazioni. Ma al contrario, il Corano

insegna l'inferno di fuoco, il tormento eterno e il castigo dopo

la morte nel 75 per cento delle sue sure, letteralmente centinaia

di volte.

"Quelli che rigettano i nostri segni, li getteremo nel fuoco per-

ché vi arrostiscano la loro pelle, che sarà rinnovata una volta

scontata la loro pena." E quelli che stanno all'inferno suppliche-

ranno di avere la distruzione, ma non l'avranno. (Sura 2:206;

4:56; 25:13, 14,Alì) Un commentatore musulmano dice (Alì): "La

distruzione sarebbe migliore di un tormento. Ma non sarà concessa

loro. "Può un Dio che dà una simile punizione essere onestamente

definito "il Misericordioso, Compassionevole", come lo descrive

il Corano all'inizio di ogni sura (eccetto la nona)?

CHE COSA DICE DI GESU' CRISTO?

Nelle Sacre Scritture il vero Dio dice: "Io dissi, 'Voi siete dei,

e voi tutti siete figli dell'Altissimo. Sicuramente morirete pro-

prio come muoiono gli uomini." E nuovamente: "Tu sei mio figlio;

io oggi ti ho generato." E Isaia predisse: "Poiché ci è nato un

fanciullo, ci è stato dato un figlio; e il dominio sarà sulle sue

spalle. E sarà chiamato Consigliere meraviglioso, Dio potente, Pa-

dre eterno, Principe della pace." (Salmo 82:6, 7; 2:7; Isaia 9:6, AS)

E' evidente in queste scritture che Geova Dio dichiara di ave-

re figli che sono chiamati dèi, e che fra questi ce n'è uno che

occupa una posizione preminente. E le Scritture Greche Cristiane

lo confermano più volte con riferimenti diretti ed identificando

questo particolare Figlio di Dio nel Messia Cristo Gesù. "Questo è

il Figlio mio, il diletto, che io ho approvato." Matteo 3:17; 17:5

Giovanni 10:34; Ebrei 1:5,NW.

Anche in questo il Corano non conferma precedenti Scritture, poi-

ché, sebbene ammetta che Gesù fu generato da una vergine, ripetu-

tamente insiste nel dire che Dio non ha progenie: "Unico fattore

dei cieli e della terra! Come dovrebbe aver generato un figlio se

non ha una moglie? Egli ha creato ogni cosa, e conosce ogni cosa!"

"Non si addice a Dio generare un figlio. Sia gloria a Lui! Quando

decreta una cosa, Egli solo dice: Sia fatta, ed essa è." Sura 2:

110; 6:101; 19:19-22, 36, 91-93; 72:3; 112:3, Rodwell.

Evidentemente qui la difficoltà sta nel considerare troppo lette-

rale il paragone della paternità di Dio con quella delle creature

umane. Un uomo non può generare figli senza aver avuto rapporti

sessuali con una sposa; questo è l'unico modo col quale egli può

trasmettere la vita. Ma Dio è illimitato. La Bibbia parla di Adamo

che fu figlio di Dio, ma che fu formato dalla polvere. Luca 3:38;

Gen.2:7. Dio è un Dio di ordine ed egli ha eletto un'organizzazio-

ne per adempiere i Suoi propositi in cielo proprio come ha usato e

sta usando organizzazioni umane per adempiere i suoi propositi

sulla terra.

Talvolta queste organizzazioni sono paragonate a una sposa di

Dio, ovviamente in senso figurativo. Per mezzo di tali

organizzazioni Dio portò all'esistenza creature spirituali,

le quali, avendo ricevuto vita da Dio, sono appropriatamente

definite "figli di Dio". Isaia 54:5; Rivel. 12:1; Gen. 6:4;

Giobbe 38:7.

Le Scritture Ebraiche predissero pure che il Messia sarebbe venu-

to, avrebbe sofferto, sarebbe stato inchiodato su un palo di tor-

tura e sarebbe morto per i peccati degli altri. "L'assemblea dei

malvagi mi ha circondato: mi hanno trafitto mani e piedi" "Sicu-

ramente egli ha portato le nostre pene, e le nostre sofferenze,...

Ma fu trafitto per i nostri peccati,... Fu stroncato dal paese dei

viventi per la trasgressione del mio popolo." Salmo 22:1-21; Isaia

capitolo 53,AS.

Le Scritture Cristiane confermano tutto ciò dal principio alla

fine, dichiarando che Gesù non solo soffrì, ma che morì anche sul

palo per i peccati dell'umanità. "Poiché vi ho trasmesso, fra le

prime cose, ciò che anch'io ho ricevuto, che Cristo morì per i

nostri peccati secondo le Scritture, e che fu sepolto, sì, che

è stato destato il terzo giorno secondo le Scritture."

Matteo 27:31-36; Giovanni 1:29; 1 Cor. 15:3, 4; Gal. 3:13,NW.

Ma ben lungi dal confermare le Scritture, il Corano dichiara:

"Essi dissero (per vanteria), 'Noi uccidemmo Gesù Cristo'...

Tuttavia non lo uccisero, né lo crocifissero, ma fecero in modo

che la cosa apparisse così... per motivi di sicurezza non lo

uccisero." (Sura 4:157,Alì) La relativa nota in calce (n° 663)

dichiara: "Le Chiese Ortodosse Cristiane credono, come elemento

cardinale della loro dottrina, che Gesù fu ucciso sulla croce e

fu sepolto..., in armonia con la dottrina teologica del

sacrificio del sangue e del riscatto per i peccati, rigettata

dall'Islam." Rigettando la dottrina del riscatto per i peccati, il

Corano smentisce inoltre la sua pretesa di confermare le Scrittu-

re precedenti. Da Genesi a Rivelazione la Bibbia inequivocabilmen-

te insegna che la pena per il peccato è la morte (come già abbiamo

considerato) e che soltanto un sacrificio può espiare la colpa.

Il bisogno di un sacrificio per i peccati fu messo in risalto dai

numerosi sacrifici animali offerti per le colpe e i peccati, spe-

cialmente significativi nel giorno di espiazione, stabiliti da Dio

come parte vitale della Legge mosaica, nell'ambito del

sacerdozio levitico. (Lev. capp. 4-7, 16) Tutto questo stabilisce

il principio che "se sangue non è versato, non ha luogo alcun

perdono",trovando pieno adempimento nel sacrificio di Gesù Cristo.

Ebrei,capitoli 9, 10,NW.

Inoltre risulta dal racconto di Genesi 7:13; 10:1 che Noè e i suoi

figli e tutte le loro mogli furono risparmiati, e lo troviamo

confermato in 2 Pietro 2:5, dove leggiamo che Noè e sette

altri scamparono al Diluvio. Ma il Corano dichiara che un figlio

di Noè morì nel Diluvio. Sura 11:36-47,Alì.

Mentre le Scritture Greche Cristiane a conferma delle Scritture

Ebraiche dichiarano che l'uomo fu creato un poco inferiore agli

angeli, il Corano afferma che gli angeli sono inferiori all'uomo.

Salmo 8:5; Ebrei 2:7, 9; Sura 2:30-34,Alì.

Altri esempi possono essere addotti, ma quanto precede basta a

provare che il Corano non tiene fede alla sua pretesa di conferma-

re le Scritture precedenti.

 

LA BIBBIA E' STATA FALSIFICATA?

Nel tentativo di spiegare la causa delle discrepanze fra Bibbia e

Corano, gli scrittori musulmani affermano che il Corano conferma

le Scritture precedenti nella loro versione originale, ma non

quelle esistenti oggi, perché le reputano falsificate. Ma da quan-

do? Si può dire con assoluta certezza che i molti manoscritti an-

tichi oggi esistenti escludano la possibilità che le Scritture si-

ano state falsificate dal tempo di Maometto. Se lo fossero state,

questo sarebbe accaduto prima del suo tempo. Ma questo pone un al-

tro problema: Perché presentare il Corano come conferma di Scrit-

ture precedenti, quando non esistevano particolari Scritture al

tempo in cui tale pretesa poteva essere provata?

Il fatto è che mai il Corano insegna che le Scritture Ebraiche e

Cristiane fossero state falsificate al tempo di Maometto. Questo

implica proprio l'opposto, poiché accusa giudei e cristiani di es-

sere falsi verso le loro Scritture, citandole erroneamente, 'so-

stituendo parole' o omettendole, 'gettandosele dietro le spalle',

come in realtà è accaduto.

"E veramente ci sono alcuni fra loro che distorcono il senso delle

Scritture con le loro lingue, per dare a intendere che quel che

dicono sia basato sulle Scritture." "O figli d'Israele,... non ve-

stite la verità con la falsità, e non nascondete la verità se la

conoscete." Come potrebbero essere accusati di torcere le Scrittu-

re con le loro lingue, se ciò che essi hanno non fossero realmente

le vere Scritture? E come potrebbero essere accusati di coprire

intenzionalmente la verità con la falsità e di nasconderla, se le

loro Scritture fossero già falsificate? Vedi Sure 2:38, 39, 70-73;

3:63, 64, 72; 4:50, 135; 5:16, 47, 50-52, 70,72; 10:94, Rodwell.

A motivo di quanto precede non dovrebbe affatto sorprendere che i

commentatori musulmani non si trovino d'accordo fra loro sulla

falsificazione delle Scritture Ebraiche e Cristiane. Contestatore

della falsificazione è nientemeno che Ràzì, uno dei più preminenti

Imams, o capi religiosi. Egli stesso dichiara: "La manomissione

della Torah [la Legge, Pentateuco o Libro di Mosè] e del Vangelo

[di Gesù Cristo] fu impossibile, poiché ambedue furono trasmesse

per tradizione in una successione estesa ed ininterrotta."

Sì, a dispetto delle opinioni discordi di scribi musulmani e di

preminenti critici "cristiani" moderni, tutti i fatti della storia

provano che la Bibbia non è stata falsificata. Ovunque storici

contemporanei accennano ad avvenimenti riportati nella Bibbia che

vengono confermati da scrittori anticristiani del primo e secondo

secolo E.V., perfino da innumerevoli scoperte archeologiche e geo-

logiche. Dichiara Albright, preminente archeologo americano: "Nul-

la di quanto è stato scoperto dall'archeologia, è in grado di

scuotere minimamente la fede dei cristiani nella Bibbia."

In armonia con questa affermazione, il famoso erudito inglese

Sir Frederic G.Kenyon afferma: "Anche l'intervallo esistente fra

le date della composizione originale e la più antica evidenza esi-

stente diventa così breve da essere praticamente trascurabile, e

l'ultimo fondamento di dubbio che le Scritture siano arrivate a

noi sostanzialmente com'erano in origine, è stato ora rimosso.

Sia l'autenticità che la generale integrità dei libri del

Nuovo Testamento possono essere ora reputate fermamente stabili-

te. Comunque la generale integrità è una cosa, e i dettagli un'al-

tra cosa." The Bible and Archaeology (edizione 1940), pp. 288,289.

E la stessa evidenza è abbondante per le Scritture Ebraiche. Un

caso sorprendente è costituito dai Rotoli del Mar Morto, di recen-

te scoperta, i quali sebbene siano circa sette secoli più vecchi

di qualsiasi altra copia di Isaia, non hanno rivelato singolari

cambiamenti, tali da indicare una corruzione del testo.

I fatti sono chiari. Le Scritture Greche Cristiane confermano la

precedente rivelazione costituita dalle Scritture Ebraiche; invece

il Corano, nonostante la sua pretesa, non ne da alcuna conferma.

Il biasimo di non "confermare scritture precedenti" non può essere

attribuito a una presunta corruzione del testo biblico, ma ricade

solamente sul Corano.

 

w52 5/1 277-80 IL CORANO E' IN ARMONIA CON SE STESSO?

Secondo la sua stessa dichiarazione, il Corano fu rivelato dal Me-

desimo che diede ai figli d'Israele il Pentateuco e ai cristiani

il Vangelo. Ma al contrario di queste Scritture ispirate, il Cora-

no non ha miracoli per provare la sua pretesa origine divina. In

una precedente edizione di questa rivista abbiamo provato che il

Corano non è un miracolo letterario. Tuttavia, altre autorità mu-

sulmane ritengono che 'il linguaggio medesimo non è senza rivali

a prescindere dalle verità contenutevi, le quali non avrebbero po-

tuto essere trasmesse se non mediante un miracolo.' Se il Corano

fosse il deposito di verità divina, ci aspetteremmo che fosse

soprattutto coerente con se stesso, non è vero? Certamente. Ma è co-

sì? No, niente affatto. Dopo uno studio accurato notiamo non solo

una contraddizione nel testo, ma anche una tacita ammissione di q

uesta, nel tentativo di trovarla altrove. Ad esempio:

"Se Noi sostituissimo una rivelazione con un'altra [versetto, segno,

Rodwell] e Dio conosce benissimo ciò che rivela (gradualmente),

essi dicono, 'Tu sei un falsario': Ma la maggior parte di loro

non comprendono." (Una nota esplicativa nella versione di Rod-

well afferma: "I musulmani affermano che 225 versi sono stati

cancellati in epoche posteriori.") E inoltre: "Non dobbiamo aboli-

re nessuna delle Nostre rivelazioni, né dimenticarle, ma le sosti-

tuiamo con qualcosa di meglio o di simile: Non sai che Dio ha po-

tere su tutte le cose?" Sure 2:106; 16:101,Alì.

Ma perché Allah dovrebbe aver bisogno di cambiare, sostituire,

cancellare, annullare o abrogare rivelazioni o versi? Non è un ar-

gomento vigoroso che mette in discussione l'autorità divina? Ser-

vitori usati da Geova Dio per trasmetterci la verità divina, come

Mosè, Gesù Cristo, l'apostolo Paolo o altri, ritennero necessario

ricorrere a cancellazioni o abolizioni di parole ispirate? Non sa-

rebbe piuttosto una prova di potere difettoso? Non è una tacita

ammissione che il Corano contiene almeno alcune contraddizioni in

quanto segue: "Non considerano il Corano (con attenzione)? Se non

sono da Dio, vi si sarebbero trovate sicuramente molte contraddi-

zioni." Sura 4:82,Alì.

 

NESSUNA COSTRIZIONE NELLA RELIGIONE?

Forse l'esempio più ovvio di contraddizione nel Corano è la co-

strizione nella religione, come si potrà notare dalla proibizione

seguente: "Non deve esistere costrizione nella religione." "Il tuo

solo dovere è pregare. "Non ti abbiamo messo a guardia [degli infe-

deli]." "Cosa! Vuoi costringere altri a credere? Nessuna anima può

credere se non col permesso di Dio." "Il tuo dovere è di far giun-

gere a loro (il Messaggio):la nostra parte è quella di chiedere

loro di rendere conto." "Non ubbidire agli infedeli e agli ipocri-

ti, tuttavia astieniti dall'ingiuriarli." "Fa' appello alla via

del tuo Signore con saggezza e amorevole avvertimento: disputa con

loro nella maniera più gentile." (Sure 2:256; 13:40,Alì;Sure 3:19;

6:106, 107; 10:99, 100; 16:126; 33:44, 47,Rodwell) Sicuramente ciò

che è spiegato sopra è inequivocabile ed in armonia con i princìpi

di giustizia. Ma come possiamo mettere le suddette dichiarazioni

in armonia con quelle che qui di seguito comandano l'uso della

forza nella religione? "Combatti per la causa di Dio contro coloro

che combattono contro te: uccidili dovunque tu li trovi... Combat-

ti perciò contro loro finché non ci sarà più alcuna discordia ci-

vile e la sola adorazione sia dedicata a Dio." "Metterò il terrore

nel cuore degli infedeli. Stronca le loro teste e la punta di ogni

loro dito." "Credenti, fate guerra contro i vostri vicini infedeli

e fate loro vedere che siete rigorosi." "E quando i mesi sacri so-

no passati, uccidete coloro che fanno un'adorazione promiscua, do-

vunque li troviate; assaliteli, impadronitevi di loro e tenete in

serbo per loro ogni genere di tranello; ma se si convertono, os-

servano la preghiera e pagano le elemosine obbligatorie, lasciateli

liberi, poiché Dio è clemente." Sure 2:186-190, 212,213; 8:12; 9:

5, 124; 47:4,Rodwell. Il genere di ragionamento usato dai commen-

tatori musulmani nel tentativo di conciliare i suddetti testi è

indicato dal commento di Razì: "Astieniti dal ferirli, cioè la-

scia che Dio li punisca, o con la tua mano o col fuoco dell'in-

ferno."

PREDESTINAZIONE E "KIBLA"

Altrettanto difficili da conciliare sono le contraddizioni del Co-

rano sulla predestinazione. Da una parte il Corano insegna che gli

uomini possono scegliere il loro destino. Altrimenti perché si do-

vrebbero mandare loro degli avvertimenti? Maometto fu ispirato a

dire: "La verità viene dal tuo Signore: lascia credere chi vuole,

ma lascia essere infedele chi vuole." "O mio popolo! Come mai io

vi offro la salvezza, ma voi mi offrite l'inferno?" "Per coloro

che si pentiranno e crederanno e compiranno opere giuste, Dio mu-

terà il male col bene." Sure 18.28; 25:65-71; 40:44,Rodwell.

D'altra parte ci sono moltissimi testi che indicano la predestina-

zione e che gli uomini sono senza scelta. Per esempio: "Questo è

un vero avvertimento: chiunque vuole, prenda la via per il suo Si-

gnore, ma se non la prendi è perché lo vuole Dio, poiché Dio ha

conoscenza e sapienza. Egli dà la sua misericordia a chi vuole che

la ottenga." "Ci sono alcuni che Dio guida, ed altri che abbandona

ai loro errori... Dio non guida chi vuol far smarrire."

"Se a Dio fosse piaciuto farlo, avrebbe fatto sì che tutto il

genere umano avesse una sola religione: ma solo coloro, ai quali

il tuo Signore avrebbe concesso la sua clemenza, avrebbero smesso

di pensare diversamente. E a questo scopo Egli li ha creati, poi-

ché la parola del tuo Signore sarà adempiuta, 'Io voglio riempire

l'inferno di spiriti e uomini.' "Sure 11:120; 16:38, 39; 76:29-31,

Rodwell. Vedi anche Sure 6:39, 150; 13:30, 31; 14:4; 74:34,Rod-

well. Ma il Corano insegna non solo una predestinazione relativa

al destino eterno, ma anche un fatalismo riguardante la vita pre-

sente: "Nessuno può morire se non col consenso di Dio, conforme-

mente al Libro che fissa il termine della vita." "Nessuna disgra-

zia accade sulla terra o nelle vostre persone, ma prima che le

provochiamo, erano già scritte nel Libro, poiché questo è facile

a Dio." E ai musulmani che si lamentarono con Maometto dicendogli:

"Guadagneremo ogni cosa in questo affare [guerra], nessuno di noi

è stato ucciso qui", egli rispose: "Se foste rimasti nelle vostre

case, quelli che erano destinati a morire, sarebbero stati desti-

nati a giacere nel luogo in cui [ora] sono sepolti." Sure 3:139,

148; 57:22, Rodwell. Queste contraddizioni relative alla predesti-

nazione sono divenute palesi non solo a quelli che non reputano

ispirato il Corano, ma anche agli stessi musulmani, e han dato

luogo nel corso del tempo a varie sette e a lotte molto sanguino-

se all'interno dell'Islam. Un'altra controversia sul Corano ri-

guarda la kebla, cioè la direzione verso la quale i musulmani de-

vono pregare. Da un lato il Corano afferma: "Sia l'Ovest che l'Est

sono di Dio; perciò in qualsiasi via andiate, c'è il volto di Dio."

"Sia che preghiate verso ovest o est, non è questo che indi-

ca la vostra devozione."Sura 2:109, 172,Rodwell.

Ma leggiamo anche: "Noi ti abbiamo visto volgere la faccia verso

ogni direzione del cielo: ma vorremmo averti visto volgere la fac-

cia verso una kebla di tuo gradimento. Volgi perciò la faccia ver-

so la sacra Moschea." "E da qualsiasi luogo tu venga, volgi la

faccia verso la sacra Moschea; poiché questa è la verità che viene

dal tuo Signore." (Sure 2:139, 144, 145, Rodwell) E' o non è di

importanza vitale la direzione in cui preghi? Il Corano dà in me-

rito a questo istruzioni e ragioni contraddittorie.

 

ALTRE CONTROVERSIE

Inoltre, secondo certi versetti gli apostoli di Gesù Cristo sareb-

bero stati musulmani (cioè, coloro che "si sottomettono a Dio"); e

anche Abraamo: "Né giudeo, né cristiano; ma era sano nella fede,

musulmano." (Sure 3:60; 5:48,111,Rodwell) Ma secondo la Sura

39:14 (Rodwell), Maometto fu il primo musulmano: "Dici: Io ho l'ob-

bligo di adorare Dio con sincerità, e ho l'obbligo di essere il

primo di coloro che gli devono sottomissione, (i musulmani)."

Di nuovo, secondo la Sura 2:59 (Rodwell), la salvezza è offerta

anche ai non musulmani: "In verità, non solo i Musulmani, ma anche

i giudei, i cristiani e i sabei, chiunque all'interno di queste

religioni eserciti fede in Dio e nell'ultimo giorno, operi giusti-

zia, riceverà la sua ricompensa dal suo Signore: non sarà colpito

da terrore né da afflizione."

Tuttavia altri passi del Corano insegnano l'esatto opposto: "Il

diritto di abbracciare un'altra religione all'infuori dell'Islam,

non sarà riconosciuto, e per coloro che trasgrediscono ci sarà la

dannazione nell'altro mondo." "Gli infedeli ora sono quelli che

dicono: 'Dio è il Messia, figlio di Maria!'...A chiunque adori al-

tri dei oltre a Dio, Dio vieterà il Paradiso, e la sua dimora

sarà l'Inferno. Sicuramente sono infedeli quelli che dicono: 'Dio

è il terzo di tre', poiché Dio è un solo Dio." (Sure 3:79; 5:76, 77)

Secondo questi ultimi testi, praticamente tutto il cosiddetto cri-

stianesimo è condannato al tormento eterno. Ma questo sarebbe in

armonia con gli attributi di clemenza e compassione che il Corano

ascrive a Dio? Nella Sura 2:285 (Rodwell) leggiamo: "Non facciamo

alcuna distinzione fra i Suoi Apostoli", mentre al versetto 254

della stessa sura leggiamo: "Reputiamo alcuni Apostoli più impor-

tanti di altri." Un'altra contraddizione si potrà notare nella Su-

ra 56, dove si legge che "una moltitudine delle più antiche gene-

razioni e POCHI delle ultime" andranno in paradiso, mentre più a-

vanti si legge che "una moltitudine delle più antiche generazioni

e una MOLTITUDINE delle ultime" andranno in paradiso. Vedi verset-

ti 11-16 e 37-39,Rodwell.

Queste contraddizioni sono evidenti non solo a quelli che negano

al Corano l'ispirazione divina, ma anche agli stessi commentatori

musulmani, i quali sono messi duramente alla prova nel tentativo

di spiegare e armonizzare i vari passi, e così ricorrono più o me-

no frequentemente all'"abolizione", radiando i primi versetti per

lasciare gli ultimi. "Non aboliamo né condanniamo all'oblìo alcuna

delle rivelazioni [versetti], ma le sostituiamo con qualcosa di

meglio o di simile." In vista di quanto precede, quanti versetti

andrebbero aboliti? Sia quelli aboliti che quelli lasciati per

abolirli rimangono nel Corano, nella supposizione che tutti esi-

stano dall'eternità. E non si potrà mai affermare definitivamente

in nessun caso quale sia il versetto abolito e quale quello la-

sciato, poiché non si sa con assoluta certezza dove e quando ogni

versetto di ogni sura è stato scritto.

Alcuni commentatori musulmani, come Razì, condannano altri per a-

vere agito avventatamente nel fare abolizioni al fine di risolvere

il problema. Uno degli espedienti favoriti, perciò, è quello di e-

lencare le varie spiegazioni come fa Alì nella Sura 7:46, alla qu-

ale si attribuisce generalmente un insegnamento simile a quello

del purgatorio. Dice Alì: "Questo passo è difficile, e i Commenta-

tori lo hanno interpretato in vari modi." Qualche volta questi

commentatori vogliono indicare l'interpretazione alla quale essi

stessi propendono, ma molto spesso si rifiutano di compromettersi,

come fa l'Imam Razì in questa affermazione: "Queste sono le varie

interpretazioni. Solo il Signore sa qual'è quella vera."

Quando i commentatori del Corano sono anche traduttori, notiamo

che ricorrono a traduzioni libere per attenuare le contraddizioni

del testo. Ad esempio, Sura 4:157, 158 dichiara, fra l'altro: "Po-

iché a motivo di sicurezza essi non lo uccisero [Gesù], anzi, Dio

lo tolse dalla terra per farlo salire al suo cospetto." (Alì)

Ma secondo la versione originale Arabica e di Sole, la Sura 3:55

dichiara: "Quando Dio disse: 'O Gesù, veramente io voglio che tu

muoia, e voglio farti salire al mio cospetto.'" Nota quanto abil-

mente Alì nasconde questo argomento: "Guarda! Dio disse: 'O Gesù,

io voglio prenderti e farti salire al mio cospetto'".

Tuttavia, come lo stesso Alì ammette nelle sue note in calce, ci

sono molti dubbi, congetture e differenze d'opinione fra i teologi

musulmani sul fatto che Gesù sia morto o no. Un Imam dice sul sog-

getto: "Nel complesso, le vedute che abbiamo espresso ci pongono

profondi dubbi e perplessità; ma se ricordiamo che l'ispirazione

di Maometto è stata provata, in tutto ciò che egli ci ha rivelato,

mediante un invincibile miracolo [il Corano] l'esistenza di tali

dubbi non può opporsi al testo del Corano. Dopotutto, il Signore

dà la vera guida." Ma come può l'ispirazione di Maometto sostenere

l'autenticità del Corano, quando lo stesso Corano è reputato esse-

re la migliore prova della missione divina di Maometto?

Nella Sura 2:2 si legge: "Non c'è nessun dubbio in questo libro."

(Sole) Ma questo certamente non potrà dirsi dei commentatori mu-

sulmani del Corano. Tutto ciò è una tacita ammissione che le con-

traddizioni sono reali e non sembrano tali semplicemente per man-

canza di fede o di comprensione da parte degli "infedeli". Alcuni

vedono nella storia dell'Islam la spiegazione di alcune di

queste contraddizioni. Ad esempio: I versetti che dicono che Maometto

sia stato solo un messaggero contrario all'uso della forza nella reli-

gione sono riportati prevalentemente nelle più antiche sure della

Mecca. In quell'epoca Maometto non fece ricorso al braccio secola-

re, ma fu lui stesso perseguitato. Fra i primi convertiti di Mao-

metto c'erano dei pellegrini di Yathrib, che tornati al loro luo-

go d'origine, vi fecero un discreto numero di proseliti. Presto

furono in grado di offrire al proscritto della Mecca un regale

benvenuto nella loro città, cambiandone perfino il nome in Medina,

la "città del profeta". Gradualmente Maometto elevò la sua posi-

zione fino ad ottenere il governo della città. E questo spiega

perché le sure scritte a Medina fanno appello all'uso della forza

nella religione. A motivo di tutte queste argomentazioni non pos-

siamo fare a meno di concludere che né il messaggio del Corano in

se stesso, né il suo merito letterario ci provano che sia di ori-

gine divina, poiché la Parola di Dio deve essere soprattutto coe-

rente con se stessa, non è vero?

Ogni dono buono ed ogni regalo perfetto viene dall'alto, poiché

viene dal Padre delle luci celestiali, e presso di lui non c'è

variazione del volgimento d'ombra. Giacomo 1:17,NW.

 

w52 5/15 297-300 IL CORANO E' DI DIO O DI UN UOMO?

 

Secondo l'insegnamento islamico ortodosso, il Corano "è increato

ed eterno [e] fu scritto nel principio in raggi dorati su una ta-

voletta splendida nei cieli e fu trasmesso a Maometto dall'angelo

Gabriele..." (Ed. 1942 Ency. Amer., Vol. 16, alla voce "Corano")

Nel tentativo di porre il Corano al di sopra di tutto e sul mede-

simo livello di Dio, la tradizione musulmana insegna un paradosso;

poiché, come potrebbe il Corano essere eterno e increato ed essere

tuttavia scritto su una tavoletta splendida? Scritto da chi, se

coeterno con Dio?

Negli articoli precedenti di questa serie abbiamo verificato che

la rivelazione del Corano non fu accompagnata da miracoli, come fu

invece il caso della Legge e dei Vangeli, e che la definizione di

miracolo letterario data al Corano è infondata.

Abbiamo anche verificato che il Corano non conferma le

precedenti Scritture e che questo biasimo non ricade sulla Bibbia,

ma sullo stesso Corano. Inoltre, abbiamo anche verificato che

il messaggio medesimo non ha potuto confermare la pretesa origine

divina, poiché soprattutto la verità divina deve essere coerente

con se stessa, mentre abbiamo provato che il Corano contiene in

realtà molte contraddizioni. E tutte queste argomentazioni provano

che il Corano non viene da Dio.

 

LA BIBBIA PREDICE L'OPERA DI MAOMETTO?

Uno degli argomenti usati dagli scribi musulmani per provare l'i-

spirazione divina del Corano è che Maometto e la sua opera furono

predette nella Bibbia. Secondo una nota in calce alla Sura 46:10,

Alì, (o,4783): "Nel Corano e nel suo Profeta [troviamo] una vera

conferma delle Scritture precedenti...[essendo] l'Islam un adempi-

mento della rivelazione dello stesso Mosè (Vedi Deut. XVIII,18-

19)". Ma come potrebbe essere avvenuto? Al Monte Sinai Geova disse

a Mosè: "Susciterò loro un profeta di fra i loro fratelli, simile

a te, e metterò le mie parole sulla sua bocca, ed egli pronunce-

rà loro tutto ciò che gli comanderò. E deve accadere che chiunque

non ascolterà le parole che dirà nel mio nome, io gliene chiederò

conto." Deut. 18:15-19,AS.

Certamente non si può onestamente affermare che Maometto, un di-

scendente d'Ismaele, fosse uno dei fratelli di Mosè, né che aves-

se parlato nel nome di Geova, come aveva fatto Mosè. Fatto si è

che alcuni secoli prima che Maometto venisse al mondo, l'apostolo

Pietro, rivolgendosi ai sinceri fratelli di Mosè giudei, applicò

questo passo biblico a Cristo Gesù, e i fatti indicarono che que-

sta profezia si avverò in lui. Atti 3:20-23.

Un'altra profezia che gli scribi musulmani applicano a Maometto, è

quella che Gesù pronunciò riguardo a un "soccorritore" o "confor-

tatore". Nella nota in calce alla Sura 3:81 Alì commenta: "Nel Nu-

ovo Testamento, come ci è pervenuto, Maometto è predetto nel Van-

gelo di S. Giovanni 14:16; 15:26, e PJoh U 16:7. Il futuro Confor-

tatore non può essere lo Spirito Santo com'è inteso dai Cristiani,

poiché lo Spirito Santo era già guida e soccorritore di Gesù."

Tuttavia c'è da notare che Gesù affermò che dopo la sua dipartita,

gli apostoli sarebbero restati orfani, ma non per molto, poiché lo

"spirito della verità", il paracleto, il "soccorritore" o "confor-

tatore" sarebbe arrivato. Inoltre, Gesù disse loro che sarebbero

stati battezzati con questo spirito di verità "non molti giorni

dopo" e che sarebbero dovuti restare a Gerusalemme fino alla venu-

ta di questo spirito. Sicuramente tutte queste promesse e comandi

sarebbero stati privi di senso, se gli apostoli avrebbero dovuto

aspettare per sei secoli fino alla venuta di Maometto!

Veramente, lo spirito santo era su Gesù, ma è molto evidente che,

finché lo spirito non fosse versato su di loro alla Pentecoste,

senza Gesù i suoi apostoli erano molto simili a bambini smarriti.

Essi tornarono al loro lavoro di pescatori, presumendo che avreb-

bero scelto un apostolo che sostituisse Giuda Iscariota; non ave-

vano alcun messaggio per i Giudei. Tutto ciò cambiò dopo il versa-

mento dello spirito alla Pentecoste!

Da quel giorno in poi, gli apostoli progredirono

fiduciosamente nell'opera di predicare e fare discepoli,

convertendo migliaia di persone. (Giov. 21:3; Atti 1:4, 5, 15-26;

2:32-36, 41; 4:4)

Chiaramente, tale erronea applicazione della Scrittura non può

provare l'origine divina del Corano!

 

IL CORANO E' PROFETICO?

Tentando ulteriormente di provare l'ispirazione del Corano, gli

scribi musulmani indicano il suo contenuto profetico. Senza dubbio

la più forte rivendicazione di origine divina è giustificata dalla

più circostanziata evidenza che la Bibbia è realmente la Parola di

Dio perché le sue numerose profezie hanno trovato adempimento.

Mosè pronunciò molte profezie che si adempirono sull'Egitto e sul

suo popolo. (Vedi Esodo capitoli 7-14; Levitico capitolo 26; Deu-

teronomio 17:14, 15; 31:6-8) Due secoli in anticipo Isaia predisse

la liberazione dei Giudei dalla prigionìa e indicò perfino il nome

di colui che li avrebbe liberati: Ciro. (Isaia 44:28; 45:1-7)

Geremia predisse con accuratezza che la nazione giudaica sarebbe

rimasta desolata per settanta anni. (Ger. 25:11; Dan:9:2) Daniele

predisse correttamente la successione degli imperi mondiali, indi-

cando l'esatto anno in cui Messia il principe sarebbe venuto. (Da-

niele capitoli 8 e 9) Oltre trenta avvenimenti rimarchevoli nella

vita di Gesù furono predetti accuratamente; ed è incontestabile

che la profezia pronunciata da Gesù, riportata nei Vangeli di Mat-

teo 24, Marco 13 e Luca 21, sta trovando adempimento nei nostri

giorni in tutti i dettagli. Ma quali sono le profezie del Corano

i cui adempimenti dovrebbero caratterizzarne l'ispirazione? La

profezia ritenuta più importante dai teologi musulmani è riporta-

ta nella Sura 30:1-3:"[L'Impero Romano è stato] sconfitto duramen-

te da una nazione. Ma dopo essere stati sconfitti, sconfiggeranno

i loro nemici fra pochi anni." (Alì; Rodwell) Questa dichiarazione

dovrebbe aver predetto la sconfitta che i Romani inflissero ai

Persiani circa dieci anni dopo la sconfitta subìta da loro. Tutta-

via, un osservatore perspicace potè aver avanzato l'ipotesi che

l'Impero Romano avrebbe eventualmente vinto senza aver subìto al-

cuna sconfitta. Per di più, quando il Corano fu scritto in origi-

ne, non era usato alcun segno vocalico, ragion per cui il

brano suddetto "saranno sconfitti" avrebbe potuto essere tradotto

col significato opposto, cioè "sconfiggeranno". E questo viene citato

generalmente come il massimo esempio di profezia nel Corano.

D'altra parte, un'altra profezia coranica che ha rimarchevolmente

fallito, è che l'Islam sarebbe stato "vittorioso sopra ogni altra

religione". (Sura 9:33, Rodwell) I musulmani possono contare su

circa l'11 per cento della popolazione mondiale, mentre gli indù

ammontano al 12 per cento, i cosiddetti cristiani al 30 per cento,

etc. L'Islam ha combattuto una guerra santa dopo l'altra,(Jihads),

ubbidendo al comando: "Combatti perciò contro di loro... finché la

sola adorazione rimasta sia quella resa a Dio." (Sura 2:189,Rod-

well) Tuttavia l'Islam non ha trionfato, non è stato vittorioso

sulle altre religioni. I loro eserciti furono fermati in Francia

nel 732 E.V. da Carlo Martello, e poi alle porte di Vienna nella

tarda data del 1683. Tutto ciò prova che il contenuto profetico

del Corano non è di origine divina.

 

PARALLELI INTERESSANTI

In vista di tutto quanto è stato trattato, quale alternativa ci

rimane riguardo al quesito: "Il Corano è di Dio o di un uomo?"

Tuttavia, piuttosto che rispondere specificamente a questo quesi-

to, consideriamo alcuni interessantissimi paralleli che la storia

ha tracciato fra il messaggio dell'Islam e i costumi e le credenze

del popolo col quale Maometto venne a contatto fra la fine del se-

sto e l'inizio del settimo secolo E.V.

Il Corano insegna che Allah è l'unico vero Dio, che porterà il fe-

dele in paradiso dopo la morte e che punirà il malvagio col tor-

mento. Il libro condanna anche la pratica, in uso presso gli Ara-

bi, di seppellire vive le loro figlie piccole. Tutto questo fu si-

milmente predicato da un gruppo di riformatori nella città natale

di Maometto, la Mecca, gli Hanifi, che egli conosceva bene.

Il Corano comanda l'adorazione della pietra Kaaba, il pellegrinag-

gio alla Mecca, il digiuno nel mese del Ramadhan, e insegna anche

un fatalismo riguardo alla vita presente. Tutto questo faceva par-

te della religione pagana degli Arabi al tempo di Maometto.

La descrizione pittoresca che il Corano fa del cielo e dell'infer-

no; le sue istruzioni relative alla kebla o direzione verso cui

pregare; le sue regole sulla preghiera e sulla purificazione; l'i-

dea di usare le bilance nel giorno del giudizio e dell' Al Araf o

purgatorio; la preghiera iniziale di ogni sura all'infuori della

nona, "Nel nome di Dio, il più Clemente, il più Misericordioso";

la sua teologia su angeli e demoni, tutto ciò trova la sua contro-

parte nel Talmud giudaico e nell'Avesta del Zoroastrismo.

Il Corano parla dei discorsi che Gesù fece da bambino. Qualcosa di

simile si ritrova nell'apocrifo Vangelo del Bambino. Racconta an-

che che nella prima infanzia Gesù plasmò degli uccelli dall'argil-

la e infuse loro la vita. La stessa storia si ritrova nel Vangelo

di Tommaso, l'Israelita, come pure nel Vangelo del Bambino. Il Co-

rano dichiara che Gesù non fu inchiodato a un palo, "crocifisso",

e che non fu messo a morte su richiesta dei Giudei (e per mano dei

Romani). Questa dottrina fu professata anche dalla setta dei "Ma-

nichei" e da altri, e si ritrova in certi scritti apocrifi, come

nei Viaggi degli Apostoli.

Il Corano fu prodotto in Arabia. Fa appello ai pregiudizi e alle

preferenze degli Arabi. Ripetutamente mette in evidenza di essere

stato rivelato nella lingua araba e agli Arabi. "Un libro i cui

versetti (segni) sono RESI CHIARI, un Corano Arabico, per uomini

di conoscenza." (Sura 41:2,Rodwell. Vedi anche Sure 12:2; 13:37;

16:105; 42:5,Rodwell). Se il Corano fosse di Dio e per i popoli di

tutte le lingue, che differenza dovrebbe fare la sua lingua origi-

nale? Lo stesso potrebbe dirsi anche sulla proibizione che il Co-

rano fa del bere vino, e sulla concessione che fa della poligamia

"con donne di vostra scelta, due, tre o quattro"; questi comandi

sono in contrasto con quanto è entrato a far parte del senso comu-

ne della morale nel resto del mondo, sebbene apparentemente prati-

cato dagli abitanti della penisola arabica. Infine, notate i nume-

rosi e interessanti paralleli fra le immediate circostanze locali

e i contenuti di certe sure. Lo zio e la zia di Maometto furono

molto scettici sulla pretesa di Maometto di essere profeta di Al-

lah.

La Sura 111 è dedicata alla pronuncia di una maledizione su di lo-

ro. Quando l'Islam crebbe in potenza e si impegnò in guerre per

fare bottino e conquista, troviamo nelle Sure come Nos 2,3,8 etc.

la condanna della guerra, ma anche il rimprovero per quelli che se

ne astenevano, e spiegazioni per i risultati di certe battaglie.

Una spiacevole diceria circolò su una relazione amorosa fra la

moglie favorita di Maometto, Ayesha, e un giovane guerriero mu-

sulmano. La Sura 24 ne fa menzione condannando i maldicenti. Ma-

ometto fu colto da perplessità nello sposare la donna divorziata

dal suo figlio adottivo Zaid. Secondo la legge araba un figlio a-

dottivo era considerato come fosse figlio naturale, e pertanto il

Corano avrebbe vietato a Maometto di prendere in sposa la moglie

di suo figlio. Tuttavia la Sura 33 gli concesse un'eccezione.

Avvenne un giorno che nell'appartamento di una delle mogli di Mao-

metto, quest'ultima sorprese lui con una concubina copta. Questo

causò tale irritazione alle mogli, che Maometto volontariamente

rinunciò ad avere rapporti con questa concubina. La Sura 66 gli

assicurò che non aveva bisogno di prendere in considerazione le o-

biezioni che le sue mogli avevano fatte ai suoi rapporti con la

concubina copta. Eppure ci viene fermamente assicurato che tutto

ciò coesisteva eternamente con Dio, alla sua presenza, aspettando

il tempo in cui avrebbe dovuto essere affidato all'angelo Gabriele

perché lo trasmettesse a Maometto! Come si può riporre altra fede

in tutto questo?

Tiriamo questa conclusione: Senza dubbio la religione che Maometto

impose ai suoi connazionali tramite il Corano era di gran lunga

superiore a quella che la maggioranza di loro stava praticando ed

è altrettanto fuor di dubbio che Maometto era pienamente convinto

di avere un messaggio di Dio (Allah) per la gente del suo giorno.

Ciò nonostante il suo messaggio non ha dato prova di avere origine

da Dio. Non si può dire nemmeno che fosse solo di origine umana,

poiché il timore di Maometto che le voci che aveva udito fossero

quelle di spiriti impuri, malvagi Jinns, è più attendibile di tut-

te le parole dette dalla moglie nel tentativo di convincere che

quelle voci provenissero da spiriti buoni. Non ne siamo sorpresi,

dato che la Bibbia ci dice che "Satana continua a trasformarsi in

angelo di luce" e che "come dio di questo sistema di cose ha acce-

cato le menti degli increduli, affinché la gloriosa buona notizia

di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro". 2 Cor.11:

14; 4:4,NW. Tale osservazione sembra troppo severa? Allora chiedi-

ti: E' ragionevole concludere che Geova Dio, sette secoli dopo a-

vere usato Gesù Cristo per instaurare un sistema di cose molto su-

periore alla Legge mosaica, usasse Maometto per ripristinare cose

di questa Legge, come purificazioni cerimoniali, digiuni, divieti

di cibi, e per giunta l'adorazione della Kaaba? Geremia 31:31-34;

Matteo 5:21-48; Ebrei capitoli 9, 10. Solo in un aspetto Maometto

diventò un buon esempio da seguire: nella convinzione di avere ri-

cevuto una rivelazione di origine divina, predicò per alcuni anni

un messaggio che lo rese molto impopolare, lo espose alla derisio-

ne, a severe punizioni e perfino a pericolo di morte. Non abban-

donò la fede nella dottrina cardinale del Corano, che esiste un

solo Dio. La Bibbia ci esorta: "Vieni ... e mettiamo le cose a po-

sto fra noi." (Isaia 1:18) E ci dà anche questa ammonizione: "Ac-

quista la verità e non venderla". (Prov. 23:23) Per arrivare alla

verità, dobbiamo essere disposti a ragionare sui fatti presentati

ed essere disposti a pagarne un prezzo, poiché la verità al giorno

d'oggi non è più popolare che nei tempi passati. Verifica gli ar-

gomenti trattati in questo articolo, confrontando il Corano, la

Bibbia e i fatti della storia, e dopo convinciti di qual'è il li-

bro di origine divina. Sii disposto ad accettare istruzioni su

quanto costituisce verità divina e cosa Dio richiede da coloro che

desiderano ottenere la salvezza e la vita eterna nella felicità.

E dopo agisci in conformità.

 

w53 11/1 653-6 ESAMINIAMO LE DOTTRINE ISLAMICHE

L'Islam è il nome della religione fondata da Maometto all'inizio

del settimo secolo E.V., ed è la più giovane delle cosiddette

"grandi" religioni. Il termine Islam significa "rassegnazione" o

"completa sottomissione". Il sacro libro dell'Islam è il Corano.

E' composto di 114 sure o capitoli che hanno suddivisioni in ver-

setti simili a quelle della Bibbia, ma niente affatto uniformi,

poiché alcune versioni non hanno suddivisioni di versetti.

Chi esamina il Corano e le Scritture Greche Cristiane, è colpito

dall'assenza di miracoli o prove che Maometto fosse un vero pro-

feta mandato da Dio. Quando Mosè, il primo scrittore biblico e an-

che primo profeta mandato da Dio ai discendenti di Giacobbe, fu

dotato di poteri miracolosi per provare l'origine divina della sua

missione. Vedi Esodo cap. 4. Similmente, quando Cristo Gesù venne,

compì così tanti miracoli che tutti quelli che non si lasciarono

accecare dall'egoismo, riconobbero che era stato mandato da Dio.

Giov.7:31; 10:37,38; 14:11.

Maometto, invece, non dette nessuna prova del suo incarico divino.

Ogni volta che i critici lo accusavano di questa mancanza di se-

gni egli rispondeva loro che lo scopo della sua opera non era

quello di fare miracoli, ma solo di predicare, e che questa man-

canza di segni serviva a mettere alla prova la loro fede. Ma che

cosa vale la fede senza le prove? Chiunque può affermare di essere

mandato da Dio. Mosè e Cristo lo provarono facendo molti miracoli,

ma dov'erano i miracoli di Maometto? Egli confessò nel Corano di

non essere in grado di farne. Vedi Sure 2:118;10:38;11:13;6:109,

Alì. Ciò nonostante, molti musulmani vogliono dare a intendere che

egli li fece. Insistono nel dire che egli divise a metà la luna,

citando a sostegno la Sura 54:1. Tuttavia, si noti prima di tutto

che questo testo non dichiara che Maometto divise la luna. I com-

mentatori musulmani di questo versetto, che parla della luna fatta

a pezzi, affermano che la luna potrebbe essere apparsa così a Mao-

metto e ai suoi seguaci nella valle della Mecca, che la cosa va

intesa allegoricamente o che si dovrebbe adempiere nel futuro.(Ve-

di Alì.) Il racconto biblico della creazione e del Diluvio è am-

piamente confermato dalle rocce, dalla geologia, ma dove sta la

prova che la luna fu mai fatta a pezzi?

Altri si ostinano a dire che Maometto compì molti miracoli e che

questi furono registrati nel Alhadith o Hadis, il documento della

tradizione maomettana, che fu organizzata nel terzo secolo dell'e-

ra maomettana. Alcuni dei miracoli attribuiti a Maometto, secondo

la tradizione, sono così descritti:"Gli alberi, le rocce e le mon-

tagne solevano salutarlo vicino alla Mecca. Una volta Maometto vi-

de che il popolo era molto assetato e per placare la loro sete,

fece uscire un getto d'acqua dalle sue dita per riempire le loro

brocche. Un albero fu chiamato a testimoniare a Maometto l'incari-

co divino. L'albero venne sradicandosi dalla terra, si avvicinò a

loro e testimoniò tre volte che Maometto era il profeta di Dio."

Secondo Sir William Muir, sono state tramandate circa mezzo milio-

ne di tali tradizioni. Tuttavia, qui troviamo la stessa difficol-

tà nella tradizione che contraddice la documentazione scritta, co-

me avviene nel giudaismo e nella cristianità. Il Corano semplice-

mente non tiene conto di alcun miracolo. Chiaramente attribuisce a

Dio queste parole: "Ci siamo astenuti dal mandare segni, solo per-

ché nei tempi passati sono stati tacciati di falsità."(Sura 17:59,

Alì) Questo esplicitamente non tiene conto dei segni. Se Maometto

avesse compiuto segni, perché rimproverare i suoi uditori per a-

verli chiesti? perché si dovrebbero lamentare della loro mancanza?

Questo è quanto ha fatto il Corano finora. La parola scritta è

sempre più attendibile della tradizione trasmessa oralmente, e si-

amo maggiormente costretti a questa conclusione dalla natura molto

fantastica di questi pretesi miracoli.

 

ABROGAZIONE E CANCELLAZIONE

Il Corano è stato definito il più diretto rivale della Bibbia, es-

sendo il libro sacro per circa 300 milioni di Musulmani che lo ri-

tengono increato e mandato giù dai più alti cieli e rivelato dal-

l'angelo Gabriele in sezioni di sure. Considerata l'accusa di co-

loro che dicono che la Bibbia contraddica se stessa, gli estimato-

ri della Bibbia non vogliono essere frettolosi nel concludere che

il Corano contraddica se stesso.

Ma nello stesso Corano troviamo l'ammissione di tali contraddizio-

ni in quel preteso diritto che il libro si attribuisce di "cancel-

lare" o "abrogare". Ai critici che lo hanno accusato di

essersi contraddetto più volte, Maometto ha risposto che ovunque

ogni rivelazione successiva contraddica la precedente, l'ultima

cancella o abroga la prima. In questo modo noi leggiamo: "Nessuna

delle nostre rivelazioni l'abroghiamo o la destiniamo all'oblìo, ma

la sostituiamo con qualcosa di meglio o simile. Non sai che Dio ha

potere su tutte le cose?" Sure 2:106; 16:101,Alì.

Poiché sia i versetti abrogati che quelli scritti in abrogazione

sono stati lasciati nel Corano, è facile notare che il Corano con-

tiene contraddizioni, specialmente riguardo al fatto che non è af-

fatto sicuro quando ogni sura fu "rivelata", e perciò non può es-

sere sempre determinato qual'è l'abrogante e quale l'abrogata.

Alcuni musulmani moderni obiettano a tutto questo e vogliono dare

a intendere che non quello che Maometto aveva indicato abrogato o

cancellato era apparso nel Corano, ma solo cose come quelle ri-

portate nella Tourat o Scritture Ebraiche o nel Injil o Vangelo.

Tuttavia, per sostenere questa pretesa si dovrebbe rinnegare la

storia, la quale mostra perché Maometto fu accusato di essere un

mistificatore, e ignorare il contesto nel Corano. Dice il famoso

Razì della Sura 16:99, 100: "I Commentatori senza eccezione pensa-

no che la cancellazione ha il suo posto nella legge presente." E

commentando la Sura 4:14, che verte sul castigo per le mogli infe-

deli, Razì dichiara:

"La scuola di Aba Hanifa ritiene che il testo [del Corano] che co-

manda l'imprigionamento fu cancellata da quella che comanda le

sferzate." Commentando la Sura 2:102, Razì afferma che un passo

può essere cancellato e tuttavia rimanere nel Corano. Altri com-

mentatori musulmani autorevoli che hanno la stessa opinione sono

Beidhawi, Jelaleim e Abdulla. La Bibbia non presenta alcuna di

queste difficoltà. Se compresa appropriatamente, la si trova armo-

niosa dall'inizio alla fine. Questo è quanto dovremmo aspettarci

dalla Parola di Geova Dio. Generalmente quelli che accusano la

Bibbia di contraddire se stessa, o non sanno distinguere fra

linguaggio letterale e simbolico, o non tengono in considerazione

il contesto, o mancano di obiettività.

 

LA "JIHADS" ISLAMICA

Una delle più sensazionali contraddizioni del Corano riguarda la

libertà di adorazione. Se un certo numero di espressioni sono fa-

vorevoli alla libertà religiosa, come "Non sia ammessa coercizione

nella religione", altre espressioni dicono l'esatto opposto: "Quan-

do i sacri mesi sono passati, uccidete quelli che fanno adorazione

promiscua dovunque li troviate; assediateli, catturateli, tendete

loro ogni genere d'agguato; ma se si convertiranno e osserveranno

la preghiera, se pagheranno le elemosine obbligatorie, allora li-

berateli, poiché Dio è clemente." E ancora: "Combattete per la ca-

usa di Dio quelli che vi combattono: uccideteli dovunque li trovi-

ate... Combattete allora finché non ci sia più alcuna discordia

civile, e finché la sola adorazione rimasta sia quella dedicata a

Dio," o "finché la tentazione non finisca."Sura 2:186-190,212,213;

8:12;9:5,124,Rodwell.

Musulmani moderni vogliono dare ad intendere che il Corano insegna

la libertà di religione e invochi solo la guerra difensiva, ma co-

me si può intendere questo insegnamento nelle espressioni riporta-

te sopra? La tipica parola araba jihads confuta tale opinione, dato

che significa: "Guerra religiosa contro infedeli o eretici maomet-

tani." (Webster) Moltissimi musulmani furono uccisi da altri mu-

sulmani a causa di controversie religiose. I fatti mostrano che,

dopo aver conseguito il potere a Medina, Maometto organizzò bande

di predoni per assalire carovane di città rivali e che i primi tre

assalti fallirono miseramente. Dopo aver conquistato il potere a

Medina, dove si era rifugiato per motivi religiosi fuggendo dalla

Mecca, autorizzò esecuzioni capitali dei suoi critici, come quella

famosa di circa 700 uomini della tribù giudea di Koraiza, fatti

decapitare sulla piazza del mercato dalla mattina alla sera. Vera-

mente, quei giudei erano maldisposti, ma il motivo religioso della

loro uccisione è dovuto al fatto che avevano rifiutato l'offer-

ta di pieno perdono se avessero abiurato il Giudaismo per passare

all'Islamismo. Ciascuno di quei condannati sapeva che andando in-

contro alla morte, avrebbe abbandonato mogli e figli ai mercanti

di schiavi. Maometto organizzò una spedizione contro la Mecca, che

si arrese prontamente. Dopo la morte di Maometto, l'Islam dilagò

in Europa con la guerra, ma fu poi fermato nel 732 in Francia da-

gli eserciti di Carlo Martello, figlio di Pipino e nonno di Carlo

Magno. L'ultima sconfitta notevole fu subìta dall'armata islamica

alle porte di Vienna nel 1683. Per arrivare fin là, dovette per-

correre un lungo tragitto!

L'annientamento di molti Armeni da parte dei Turchi nel ventesimo

secolo dà ulteriore prova che l'Islam non limita l'uso delle armi

alla sola guerra di difesa. Veramente, se si vuole giustificare a

ogni costo la bellicosità dell'Islam, bisogna proprio avere della

bizzarrìa nel vedere in questi fatti storici il ricorso alla guer-

ra difensiva.

Nel tentativo di giustificare la jihads islamica, scrittori musul-

mani accusano gli Israeliti di avere combattuto al comando di Geo-

va. Tuttavia, le guerre d'Israele non possono essere definite as-

solutamente col termine jihads. Quando combatterono per volontà di

Geova, la vittoria era dovuta all'intervento miracoloso di Dio.

(Gios. 10:11; Giud. 5:20; 1 Sam. 17:47; 2 Cron. 20:15) Inoltre, le

loro guerre non avevano lo scopo di estendere il regno d'Israele

in tutto il mondo. Secoli prima, Geova aveva promesso la loro ter-

ra ai discendenti di Abraamo, e, come Sovrano universale e perciò

anche Padrone della terra, aveva il diritto di dare la terra a chi

voleva.(Gen.12:7) Così leggiamo che Davide estese il regno d'Isra-

ele fino ai limiti stabiliti da Dio; né Davide né Salomone intra-

presero guerre per oltrepassare quei limiti. Inoltre, Geova Dio

fece ben capire agli Israeliti che dovevano servirLo come Suoi

giustizieri per annientare quelle nazioni a motivo della loro mal-

vagità, e non per la giustizia degli Israeliti, e che se essi

stessi avessero commesso malvagità, avrebbero subìto a loro volta

il castigo di Dio. Mentre agivano come giustizieri di Geova, Dio

applicava loro le sue stesse leggi, proprio come le nazioni moder-

ne esigono dalla polizia la stessa ubbidienza alle leggi.

Geova annientò un mondo malvagio col Diluvio al tempo di Noè; an-

nientò malvage città come Sodoma e Gomorra mandando su loro fuoco

dal cielo; annientò tutti i primogeniti d'Egitto con una piaga

mortale, e potè usare la nazione d'Israele per distruggere i Suoi

nemici per mezzo di guerre umane, solo se Dio lo voleva. Geova

tollera i malvagi fino al tempo che ritiene appropriato per la lo-

ro distruzione. Deut. 9:4-6; Rom. 9:22. Inoltre, gli atti di Geova

contro i nemici del suo popolo prefiguravano il suo veniente giu-

dizio alla 'guerra del gran giorno', chiamata Armaghedon. (Giudici

5:19; Sal. 83:1-18; Riv. 16:14-16) Quando Gesù venne, mise defini-

tivamente al bando l'uso delle armi da parte dei suoi seguaci, di-

cendo esplicitamente:"Tutti quelli che prendono la spada, moriran-

no di spada." (Matt.26:52,NW) I suoi seguaci combattono una guerra

spirituale con la spada dello spirito, la Parola di Dio, e non ar-

mi carnali. (2 Cor. 10:3,4; Efes. 6:12-17,NW) Essi aspettando pa-

zientemente che Geova faccia vendetta per loro. Sof.3:8;Rom.12:19.

Ciò che è stato detto in questo articolo forse può avere offeso

qualcuno, ma va rimarcato che non si può pretendere di arrivare

alla verità lasciando che i propri sentimenti prevalgano sulla ra-

gione per condizionare la propria fede. La Parola di Dio dice:

"Venite e ragioniamo insieme." (Isa. 1:18) Questo comporta il fare

confronti, ponderando con calma e obiettività i fatti e gli argo-

menti presentati, e di essere quindi disposti a pagare il costo,

poiché la verità costerà qualcosa, in armonia con Proverbi 23:23:

"Compra la verità e non venderla".

 

TESTIMONIANZA TRAMITE L'OPUSCOLO "E' TEMPO DI MOSTRARE VERA SOTTO-

MISSIONE A DIO (sm-I):

Riferimenti al Corano ediz. BUR

Pentateuco (Tawrat) , Salmi (Zabùr) e Vangeli (Ingìl) sono ispirati

da Dio e fanno parte della Bibbia

SURE

II,41, 89, 91

III,3, 93

VI,91, 92

X,94

XXXV,31

LXII,5

Perchè 4 Vangeli?"La questione dovrebbe essere stabilita per bocca

di due o tre testimoni" Deut.19:15.

Tutta la Scrittura è ispirata da Dio. 2 Tim.3:16; 2 Piet.1:19,21.

Malachia 4:4-6 non indica la conclusione delle Scritture Ebraiche,

ma di un episodio che deve avere un seguito.

Scritture Greche sono un'aggiunta alle Scritture Ebraiche

(Matteo 1:1,2) e si completano in Rivelazione (Riv.22:18-21).

Paràkletos=soccorritore, spirito della verità, spirito santo.Giov.

14:15-17; 16:7.

Battezzati nello spirito santo. Atti 1:5; 2:1-4.

Scritture Ebraiche rimaste incorrotte. Sm-I pag. 33. Rotoli del

Mar Morto, The Dead Sea Scrolls, di Millar Burrows. Isaia 40:8

Scritture Greche rimaste incorrotte. Sura V,46, 47 (Sm-I pagg. 32,

33) The Bible and Archaeology, di Sir Frederic Kenyon.

Si deve mettere in pratica il Pentateuco e il Vangelo, Sura V,68

Palo, Gesù morì su un palo. The Companion Bible, Appendice, pag.

186.